È stato un periodo difficile.
A febbraio nessuno aveva presenti e chiari concetti come “pandemia”, “distanziamento sociale”, credo che anche molti colleghi Medici e Odontoiatri avessero, forse, un vago ricordo dei coronavirus, patogeni che vengono studiati ai primi anni di università e che sono virus prevalentemente di interesse veterinario: ne sono stai isolati solo 7 che infettano gli umani…
Siamo dovuti stare a casa per settimane e tutti — chi più chi meno — abbiamo subito delle ripercussioni economiche: dalla cassa integrazione fino alla serrata totale.
Non è colpa di nessuno, ci è capitato. Fine.
D’altra parte queste cautele sono state necessarie per far fronte ad un’emergenza causata da un patogeno “nuovo”, un virus ignoto fino a fine dicembre che causava una malattia che mai si era vista prima.
Adesso è il momento di rialzarci, di ripartire.
A maggio il Ministero ha emanato le linee guida sulle misure di protezione individuale ed i protocolli di sanificazione degli ambienti e dello strumentario per consentire il ritorno in sicurezza alla nostra routine lavorativa: eravamo già a norma per la gran parte dei requisiti. Chi è stato in studio in questi giorni ha visto che le novità in area extraclinca sono: la limitazione degli accessi, le (ormai familiari) richieste di accedere con la mascherina e sanificare le mani col gel, la sala di attesa che può accogliere solamente tre persone. In area clinica la differenza sostanziale è nell’abbigliamento di noi operatori, tra camici impermeabili, mascherine filtranti e cuffie probabilmente il nostro aspetto è meno rassicurante ed amichevole del solito. Vi assicuriamo che siamo sempre noi, anche sotto lo scafandro: anche se le mascherine nascondono i nostri sorrisi e la legge ci vieta di stringervi la mano, nulla è cambiato nella nostra voglia di trattare voi Pazienti sempre al meglio con l’attenzione e l’empatia a cui siete abituati.
Abbiamo deciso di non aumentare il tariffario, né di chiedere “contributi COVID” ai Pazienti.
Siamo tutti sulla stessa barca.
Il COVID19 — ribadisco — non è colpa di nessuno, è responsabilità di tutti cercare di contenerlo ed arginarlo, ognuno di noi deve contribuire come può a questo scopo.
Marco, Mario e tutto lo staff
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